"Eureka!, Vittoria!, Abbiamo la "quadra"! Ecco l’uovo di Colombo"; così ci è toccato udire all’indomani del vertice di maggioranza della nostra amministrazione comunale, durante il quale si è trovata un’intesa di massima sul piano di razionalizzazione dell’utilizzo degli edifici scolastici. Ed altrettanta enfasi si è rintracciata nelle considerazioni della prima ora della stampa: "Vince la gente, le scuole sono salve" e via discorrendo, sulla scorta delle azioni di comitati genitori più o meno spontanei e delle varie "lenzuolate" che abbiamo tutti apprezzato.
Tutto bene dunque? Si? No? Tutti tranquilli? Tutto a posto? Tutti contenti? Ma…, forse tra le pieghe del documento risultato del vertice è scappato un piccolo, lieve errore di "chirurgia istituzionale"….O non è un errore?
Nel piano di salvaguardia dei plessi scolastici (tutti frutto di altissime considerazioni storico-sociologiche sulla valenza di una scuola su di un territorio, il suo valore sulla comunità locale, l’effetto sulle attività commerciali, bla, bla….), nel comparto territoriale S. Fermo/Valle Olona, viene (così, come voce dal sen fuggita…) annunciato il salvamento della scuola primaria De Amicis (Vivaddio!), ottenuto attraverso "l’iniezione" nella stessa di un corso intero della scuola pari grado IV NOVEMBRE di S. Fermo. Oh bella, si chiede il lettore medio, cosa accadrà dunque agli altri corsi della scuola di S. Fermo medesima? Presto detto: traslazione del rimanente presso il plesso della scuola media don Rimoldi (che ha spazi disponibili) e… arrivederci scuola.
Presto, i sali…!
Dopo l’immancabile svenimento iniziale, l’uomo (donna) medio prova (pur basito, stordito, esterrefatto, rincretinito da tanta inaspettata novità) a radunar neuroni e ad abbozzare una qualche forma di reazione cerebrale, che può sintetizzarsi così:
IL METODO: stiamo discutendo di un piano di razionalizzazione che deriva (in parte) da norme dello Stato e sul quale l’amministrazione ha tenuto per un’intera estate in stato di allerta permanente le famiglie preannunciando nomi e cognomi (contenuti in un elenco esaustivo) dei plessi scolastici potenzialmente interessati al piano stesso (da cui peraltro la scuola elementare IV NOVEMBRE è stata ab origine esclusa). Da quel momento (e con piena legittimità democratica) le famiglie e le organizzazioni del territorio hanno intrapreso la loro ragionevole opera di contrasto alle decisioni in fieri. Quindici giorni orsono, in Consiglio comunale, viene deciso un rinvio della discussione e della decisione sulla faccenda. L’altra sera, in un meraviglioso vertice della maggioranza ove la questione viene ripresa in vista della determinazione formale (in commissione ed in consiglio) viene messo mano all’intero quadro, ottenendo di: a) salvare TUTTI, salvo l’unica scuola MAI interessata dal piano (lontana quindi anche da esercizi di difesa varia, in quanto non attaccata); b) farlo con un metodo proditorio che accantona totalmente la discussione, avalla mancanza di comunicazione e condivisione, e che ripugna per assenza di stile, razionalità, democraticità, oltre la soglia della morte della civiltà giuridica; c) pensare di infilare la stucchevole trovata nascondoni nella cornice generale del provvedimento (dimenticando però che anche dalle parti di S. Fermo nisciuno è fesso…e che, lenzuolo per lenzuolo, i fuochi d’artificio li sappiamo fare anche noi…).
IL MERITO: la genialata de qua, nel meritorio obiettivo di tener buoni tutti (salvo i soliti noti), punta alla trombatura di una scuola elementare (la IV NOVEMBRE) che: a) è ad oggi l’UNICA scuola del comune ove sia attivo il tempo pieno, e che, come tale, attiri utenza anche da zone limitrofe (in particolare Induno Olona) e che abbisogni (proprio per la modularità dell’offerta formativa e dell’approccio didattico-pedagogico) di spazi laboratoriali, aule attività materie complementari, ecc.); b) è (credo) l’unica scuola del comune strutturalmente (quasi) a norma, in linea con gli adempimenti del d. lgs. 81/08 (dalla scuola De Amicis "salvata", pur dello stesso Istituto Comprensivo, cadono letteralmente i calcinacci), e che ha spazi ampi, belli, fruibili, decorosi e salubri; c) è scuola che, per la sua stessa natura (tempo pieno), ove è più spiccato il lavoro trasversale e di compresenza sulla classi, mal sopporterebbe la demenziale "smembratura" dei cicli su due altri differenti plessi; d) è scuola che conta (sic!) n. 180 iscritti (la De Amicis "salvata" n. 70).
Quale mostruoso Leviatano ha dunque prodotto questo scempio giuridico e dell’intelligenza? Quale ratio ha mosso il nostro premuroso Amministratore a questo passo?
Forse l’idea di liberare spazio per il famoso mondo associazionistico? O la possibilità di consegnare (oggi o domani) uno splendido edificio bell’e che pronto a qualche istituto privato….? (A pensar male... Andreotti docet).
Gianluca Costantini, membro del Consiglio di Istituto scuola
Tutto bene dunque? Si? No? Tutti tranquilli? Tutto a posto? Tutti contenti? Ma…, forse tra le pieghe del documento risultato del vertice è scappato un piccolo, lieve errore di "chirurgia istituzionale"….O non è un errore?
Nel piano di salvaguardia dei plessi scolastici (tutti frutto di altissime considerazioni storico-sociologiche sulla valenza di una scuola su di un territorio, il suo valore sulla comunità locale, l’effetto sulle attività commerciali, bla, bla….), nel comparto territoriale S. Fermo/Valle Olona, viene (così, come voce dal sen fuggita…) annunciato il salvamento della scuola primaria De Amicis (Vivaddio!), ottenuto attraverso "l’iniezione" nella stessa di un corso intero della scuola pari grado IV NOVEMBRE di S. Fermo. Oh bella, si chiede il lettore medio, cosa accadrà dunque agli altri corsi della scuola di S. Fermo medesima? Presto detto: traslazione del rimanente presso il plesso della scuola media don Rimoldi (che ha spazi disponibili) e… arrivederci scuola.
Presto, i sali…!
Dopo l’immancabile svenimento iniziale, l’uomo (donna) medio prova (pur basito, stordito, esterrefatto, rincretinito da tanta inaspettata novità) a radunar neuroni e ad abbozzare una qualche forma di reazione cerebrale, che può sintetizzarsi così:
IL METODO: stiamo discutendo di un piano di razionalizzazione che deriva (in parte) da norme dello Stato e sul quale l’amministrazione ha tenuto per un’intera estate in stato di allerta permanente le famiglie preannunciando nomi e cognomi (contenuti in un elenco esaustivo) dei plessi scolastici potenzialmente interessati al piano stesso (da cui peraltro la scuola elementare IV NOVEMBRE è stata ab origine esclusa). Da quel momento (e con piena legittimità democratica) le famiglie e le organizzazioni del territorio hanno intrapreso la loro ragionevole opera di contrasto alle decisioni in fieri. Quindici giorni orsono, in Consiglio comunale, viene deciso un rinvio della discussione e della decisione sulla faccenda. L’altra sera, in un meraviglioso vertice della maggioranza ove la questione viene ripresa in vista della determinazione formale (in commissione ed in consiglio) viene messo mano all’intero quadro, ottenendo di: a) salvare TUTTI, salvo l’unica scuola MAI interessata dal piano (lontana quindi anche da esercizi di difesa varia, in quanto non attaccata); b) farlo con un metodo proditorio che accantona totalmente la discussione, avalla mancanza di comunicazione e condivisione, e che ripugna per assenza di stile, razionalità, democraticità, oltre la soglia della morte della civiltà giuridica; c) pensare di infilare la stucchevole trovata nascondoni nella cornice generale del provvedimento (dimenticando però che anche dalle parti di S. Fermo nisciuno è fesso…e che, lenzuolo per lenzuolo, i fuochi d’artificio li sappiamo fare anche noi…).
IL MERITO: la genialata de qua, nel meritorio obiettivo di tener buoni tutti (salvo i soliti noti), punta alla trombatura di una scuola elementare (la IV NOVEMBRE) che: a) è ad oggi l’UNICA scuola del comune ove sia attivo il tempo pieno, e che, come tale, attiri utenza anche da zone limitrofe (in particolare Induno Olona) e che abbisogni (proprio per la modularità dell’offerta formativa e dell’approccio didattico-pedagogico) di spazi laboratoriali, aule attività materie complementari, ecc.); b) è (credo) l’unica scuola del comune strutturalmente (quasi) a norma, in linea con gli adempimenti del d. lgs. 81/08 (dalla scuola De Amicis "salvata", pur dello stesso Istituto Comprensivo, cadono letteralmente i calcinacci), e che ha spazi ampi, belli, fruibili, decorosi e salubri; c) è scuola che, per la sua stessa natura (tempo pieno), ove è più spiccato il lavoro trasversale e di compresenza sulla classi, mal sopporterebbe la demenziale "smembratura" dei cicli su due altri differenti plessi; d) è scuola che conta (sic!) n. 180 iscritti (la De Amicis "salvata" n. 70).
Quale mostruoso Leviatano ha dunque prodotto questo scempio giuridico e dell’intelligenza? Quale ratio ha mosso il nostro premuroso Amministratore a questo passo?
Forse l’idea di liberare spazio per il famoso mondo associazionistico? O la possibilità di consegnare (oggi o domani) uno splendido edificio bell’e che pronto a qualche istituto privato….? (A pensar male... Andreotti docet).
Gianluca Costantini, membro del Consiglio di Istituto scuola
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