LA IV NOVEBRE non CHIUDE più!!!!
Abbiamo vinto la nostra battaglia!!!

la IV NOVEMBRE non chiude piu'!!!!!!!!!!!!!!!!

La nostra battaglia contro lo smembramento e la chiusura della IV Novembre ha portato il Comune di Varese a decidere di varare solo la verticalizzazione delle scuole ovvero la riorganizzazione degli Istituti Comprensivi che non tocca la nostra scuola che già fa parte dell'Istituto Comprensivo Varese 4 che non viene neanche toccato!
Tutto questo comporta l'annullamento di ogni altro provvedimento precedente e quindi anche la insensata idea di smembrare la IV Novembre mettendo un pezzo là e un altro qua è stata archiviata.
Questo comporta che la IV Novembre l'anno prossimo e in futuro resterà sempre dove è e proporrà sempre il suo progetto educativo - considerato uno dei migliori a livello nazionale.
Grazie a tutti i genitori, i nonni, le insegnati e a tutta la popolazione di San Fermo che ci è stata vicina e sostenuto in questa nostra e vostra battaglia.
Certo non ci metteremo in letargo ma vigileremo sempre per evitare che un'altra notte insonne di certi personaggi cosa partorire un'altra "cosa" insensata!!!
Questo blog non muore qua ma continuerà trasfomandosi in qualcosa d'altro collegato alla nostra scuola e all'associazione genitori di San Fermo.
Concludiamo il post con questa bellissima foto che sintetizza la Nostra scuola!!!






La IV Novembre anche a San Siro

In occasione della partita di rugby tra l'Italia e la Nuova Zelanda davanti a 80.000 spettatori è stato esposto lo striscione della IV Novembre che è stato quindi visto anche in mondovisione!!!!
La IV Novembre continua la sua lotta contro la chiusura e l'accorpamento!!!!

I tifosi della Cimberio con noi!!

Domenica 8 novembre i tifosi della Curva Nord della Cimberio Varese hanno esposto uno striscione dedicato alla nostra scuola.
Eccolo:


La IV Novembre chiude!?!?!?!? FORSE NON PIU', VEDREMO!

Aggiornamento:
Ieri sera,  giovedì 22, l'assessore Tomassini ha letto in Consiglio Comunale una dichiarazione in cui è stato detto che i progetti di verticalizzazione e razionalizzazione delle scuole di Varese veniva scissi in due distinti progetti. Sul primo, la verticalizzazione, il comune andrà avanti riducendo da 8 a 6 i circoli didattici mentre per la razionalizzazione (la chiusura delle scuole) il comune avrebbe (diciamo avrebbe) deciso di prendersi del tempo e la giunta ha ritenuto di approfondire il tema con un metodo più partecipativo, da subito, inserendo la discussione anche nell’ambito di elaborazione del piano generale del territorio. Sarà riservata attenzione alle osservazioni che partiranno dalla città, senza dimenticare il lavoro di approfondimento da fare con i consiglieri e gli organi scolastici. L’intenzione è quella di non volere imporre nulla, e di arrivare a scelte condivise.
Noi tutti speriamo che questo avvenga ma continueremo a stare sul chi vive per evitare che ci sia un'altra notte infausta come quelle tra il 7 e 8 ottobre scorsi.
Di sicuro è che la smembramento non ci sarà ma i punti fermi rimango sempre quelli che la IV Novembre non si tocca, nè si scorpora né vi si fa confluire altre scuole intaccando la sua unicità sul territorio varesino e non solo!!!!!!!!!!!!!

L'antefatto:
Come un fulmine a ciel sereno è arrivata a tutti noi genitori degli alunni della IV Novembre la notizia che la nostra scuola chiuderà e i due corsi saranno smistati tra la De Amicis a Valle Olona e alla Scuola Media Don Rimoldi.
Questo blog nasce proprio per contestare questa INSENSATA decisione del Comune contro una scuola che in questi 40 anni ha fatto tanto per un quartiere come San Fermo!

La relazione dell'Assessore Tomassini

Ecco per tutti quelli che ieri c'erano e per chi non c'erano la relazione letta dall'Assessore Tomassini in Consiglio Comunale.
Nella Giunta del 21 u.s. è stata deliberata la proposta per il Consiglio Comunale in merito alla “Riorganizzazione Rete Scolastica Scuole Primarie e Secondarie di primo grado del Comune di Varese. Verticalizzazione” scindendo, così, anche alla luce della spiacevole situazione che si è venuta a creare, in due provvedimenti la trattazione dei temi oggetto di attenzione: verticalizzazione degli istituti scolastici e razionalizzazione degli edifici scolastici.
Riconosciamo che sia importante fare chiarezza sui contenuti e sul metodo di lavoro per cercare di arrivare alla soluzione migliore per tutti.
Per quanto riguarda i contenuti, distinguiamo tra verticalizzazione e razionalizzazione dei plessi.
Intendiamo rispettare normative e indicazioni ministeriali, procedendo alla verticalizzazione che ha essenzialmente impatto sulle dirigenze scolastiche e sulla organizzazione degli Istituti Comprensivi, come richiesto dalla legge 97.
Al di là dei benefici organizzativi ed amministrativi che un Istituto Comprensivo offre al territorio, questo modello di organizzazione scolastica merita attenzione prima di tutto per i vantaggi pedagogici, educativi e didattici che può attivare.
Diversa è la questione della razionalizzazione dei plessi che sta creando tante preoccupazioni.

Razionalizzare i plessi è una esigenza largamente condivisa in base a criteri di buon senso e buona amministrazione. Si tratta, infatti, di usare al meglio le risorse (per altro scarse) evitando di disperderle in mille rivoli, al fine di reinvestire sempre nella scuola i miglioramenti ottenuti in termini di efficacia ed efficienza della spesa con l’intento non solo di migliorare la qualità della formazione, ma anche la qualità dei fabbricati e degli spazi entro cui i nostri ragazzi trascorrono buona parte della giornata; spazi adatti alle esigenze della didattica, ma anche accoglienti e confortevoli. Senza trascurare la sicurezza; troppi fatti recenti, per fortuna non a Varese, non possono non indurre ad una seria riflessione e ad una seria azione di prevenzione.
Questo è lo spirito con cui abbiamo affrontato questo tema ben sapendo che si sarebbe proceduto su un campo minato per le tante esigenze , le tante aspettative, i tanti problemi che ruotano anche attorno alla scuola
Purtroppo, nel corso di queste settimane, è emerso un clima di confusione e incertezza a causa del susseguirsi di varie proposte. Ci dispiace se per la ristrettezza di tempo, si sia verificata carenza di confronto e di dialogo.
Non ho problema o remore, con l’onestà intellettuale con cui cerco di contraddistinguere il mio impegno amministrativo, ad esprimere il mio personale rammarico per la situazione che si è venuta a creare nel mondo scolastico.
Colgo l’occasione, questa sera, per riaffermare la massima attenzione nei confronti di tutte le componenti della scuola e, in particolare, delle famiglie che più di tutte hanno subito questo disagio. E assicuro, fin da ora, il massimo impegno a trovare soluzioni con chi quotidianamente vive i problemi della scuola; scuola che, come tutti sapete, da sempre è stato il mio mondo professionale e verso la quale ancora oggi, anche se in un altro ruolo, dedico tutto il mio impegno per far sì che sia, insieme alle famiglie, il vero punto di riferimento per la formazione e la crescita dei nostri ragazzi. Soluzioni, quindi, che sappiano conciliare le esigenze di famiglie, studenti e insegnanti con le aspettative della amministrazione cittadina.

Con quali metodi realizzare questi obiettivi?
Questa Giunta ha cercato sempre di ascoltare il territorio ma, l’urgenza delle scadenze che all’inizio ci era stata segnalata (ma che ora, invece, i livelli istituzionali superiori dicono non essere più cogente) non ha concesso la possibilità di prevedere una fase preliminare di confronto più ampia di quanto sia stato fatto, fase che, probabilmente, sarebbe stata utile per meglio comprendere insieme lo spessore del problema e le possibili soluzioni.
Ci dispiace che si sia creata questa tensione che certamente non era nostra intenzione provocare.
La Giunta, data la spiacevole situazione verificatasi, ha opportunamente ritenuto di approfondire il tema e nei prossimi giorni darà l’avvio ad un ragionamento con un metodo più partecipativo che dia possibilità di dibattito e confronto pur rispettando i tempi che consentano comunque di tener presente gli obiettivi amministrativi, non solo di efficiente utilizzo del patrimonio immobiliare scolastico, ma anche di coordinamento con la pianificazione territoriale urbanistica ed edilizia. Sarà dunque prevista anche una riflessione sul tema scuola collegata al lavoro di preparazione del Piano Generale del Territorio. (PGT).
In tale ottica verrà riservata attenzione alle osservazioni che perverranno a sostegno delle scelte future, quanto più possibile condivise.
Daremo, dunque, piena attuazione ad un metodo di lavoro fondato sul dialogo con il territorio, a partire dal lavoro già svolto finora dagli uffici e dall’amministrazione. Senza dimenticare, altresì, il lavoro di analisi e valutazione già svolto con i consiglieri che hanno partecipato agli incontri sulla tematica e senza sottovalutare le interlocuzioni costruttive avute con taluni comitati e con gli Organi Scolastici provinciali e regionali.
Intenzione, però, è quella di non voler imporre visioni unilaterali; in tal senso chiediamo la disponibilità e la collaborazione, in modo che si possano sostenere insieme obiettivi legati al bene comune.
L’auspicio è che si realizzi una visione strategica di scelte amministrative considerando le scuole come una componente del tessuto cittadino da collocare in un’ ottica d’insieme per lo sviluppo della città.
Intendiamo avviare questo lavoro al più presto dotandolo di strumenti idonei che verranno proposti quanto prima in sede di Giunta. Sarà nostra cura valorizzare il valido apporto del Consiglio Comunale.
Ci auguriamo, in questo modo, che si possa inaugurare una nuova fase caratterizzata da un lavoro comune sempre nell’interesse della città.
Patrizia Tomassini

La razionalizzazione irrazionale della Giunta varesina


Pubblichiamo un intervento del prof. Laforgia sulla chiusura delle scuole elementari varesine pubblicato su VareseNews.
Razionalizzare: rendere qualcosa conforme a criteri di razionalità e di funzionalità. Questa la definizione del vocabolario. Lo stesso decreto legislativo del 16 aprile 1994, n. 297, all’articolo 51, riguardante il piano pluriennale di razionalizzazione della rete scolastica, non si limitava a fissare meri parametri quantitativi (numero degli insegnanti, delle classi, degli alunni). Suggeriva di considerare anche le «specifiche esigenze socioeconomiche» del territorio, «con specifica considerazione, delle necessità e dei disagi che possono determinarsi in relazioni a situazioni locali».
Ma i tempi cambiano e i vocabolari si aggiornano. Nella legge n. 133, del 6 agosto 2008, le scuole sono diventate «punti di erogazione del servizio». Come asettici contatori del gas. La razionalizzazione del sistema di istruzione si è trasformata nella cura virtuosa e risanatrice di una malattia: «Il processo di razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse prevede peculiari interventi volti ad eliminare circoscritte, ma non poco onerose, nicchie di spreco e sottoutilizzo delle risorse stesse». (I più maligni hanno tradotto questo ricamo burocratico con una parola sola: tagli.) Quello che mi sfugge, nella vicenda della scuola «IV novembre» di Varese è che l’istituto in questione mi pare funzioni ed anche molto bene. Sembra cioè rispettare i parametri richiesti e, nello stesso tempo, eccelle per la professionalità dei docenti (pubblicamente riconosciuta) e per «la qualità del servizio erogato» (anche se ciò che distribuisce non è un bene di immediato consumo ma una rendita per il futuro della comunità in cui opera). L’assessore ai servizi educativi, Patrizia Tomassini, dichiara a «VareseNews» che «nella relazione tecnica avevamo evidenziato che le uniche scuole che rispondono perfettamente alle esigenze del territorio sono proprio la IV Novembre e la don Rimoldi di San Fermo». Queste parole, pronunciate dall’assessore, hanno un valore particolare, perché la Professoressa Tomassini viene dal mondo della scuola, da quello stesso mondo che ora, obtorto collo, si trova costretta a irrazionalizzare (non è un refuso) seguendo le tortuosità illogiche della politica.
Che ci sia da rendere più efficiente e migliore il sistema educativo è cosa ovvia e scontata. Che sia altresì da rendere più funzionale la distribuzione delle sedi scolastiche è altrettanto ovvio ed altrettanto scontato. Mi sarei aspettato, però, maggior rispetto da parte di chi deve compiere tali scelte difficili. Mi sfugge, ad esempio, il motivo per cui i nostri Amministratori non hanno sentito il bisogno di confrontarsi preliminarmente con i loro Amministrati, cercando di far capire le loro ragioni o cercando di conoscere meglio le realtà su si accingevano ad intervenire. Le scuole, infatti, non sono contenitori vuoti, non sono strutture inerti. Rappresentano il nodo di una rete sociale e culturale che tiene insieme un pezzo di società e di Paese. A volte possono sembrare piazze ariose e soleggiate, a volte grigi e desolati parcheggi; possono sembrare solenni cattedrali o scheletri macilenti. Sono comunque la fotografia, senza ritocchi, della nostra società: con lo sguardo luminoso assetato di futuro e le rughe impietose del decadimento. Insomma, questi benedetti «punti di erogazione» sono oggetti delicati, che meriterebbero di essere manipolati con molta cura e con più rispetto.

Grazie San Fermo!!!

Ieri sera eravamo oltre 150 a manifestare in Consiglio Comunale la nostra contrarietà alla decisone del comune di smembrare e chiudere la nostra scuola. C'erano anche gli amici della scuola di Valle Olona solidali con noi come noi con loro per il bene primario dei nostri bambini.
Ci siamo trovati tutti all'ingresso del comune dove abbiamo distrubito i volantini con la frase "IV NOVEMBRE non chiudetela!!!", volantini che sono stati presi in segno di solidarietà con noi anche dai consiglieri  Milana, Vanetti, Nicoletti e Pitarresi inoltre varie mamme avevano preparato striscionbi e cartelloni vari.
Alle 21.00 siamo finalmente entrati nella sala del consiglio, che non è riuscita a contenerci tutti e alcuni sono rimasti nel corridoio d'ingresso.
Abbiamo esposto i nostri cartelli, come potete vedere dalle foto, e protestato silenziosamente.
Alle 21.15 in Consilgio Comunale veniva annullato per mancanza di numero legale (c'erano solo 17 consiglieri in aula!!!) e allora è scattata tra i presenti la protesta per l'ennesima figuraccia del politica locale il tutto condito da slogan vari ma il più bello è stato quando dalla platea si è alzato l'urlo SAN FERMO!, SAN FERMO!.
Alla fine della serata alcuni rappresentanti dei genitori sono riusciti a parlare sia con il sindaco Fontana che con alcuni assessori e consiglieri della maggioranza Lega-Pdl che hanno "rassicurato" che non è mai stata loro intenzione smembrare la scuola come invece era stata tanto enfaticamente annunciato su sito del comune (clicca qui per leggere il comunicato stampa) solo qualche giorno fa.
Ora la proposta ventilata da alcuni è quella di accorpare alla IV Novembre la scuola media Don Rimoldi anche se non si sa ancora con quali tempi e neanche in che modo si potrà dividere i bambini di 6 anni da quelli di 14 in una struttura studiata appositamente solo per le scuole elementari.
Vedremo adesso i fatti come si evolveranno ma noi lotteremo ancora perchè si scongiuri il rischio che per riparare ad un errore se ne faccia un'altro!!!
(di Tiberio Calamai)


L'assessore Tomassini: "Il mio piano era quello giusto"

Pubblichiamo un'interessantissima intervista all'assessore Tomassini
"L’assessore ai servizi educativi, Patrizia Tomassini, interviene sulla vicenda scuole per chiarire che il suo piano originario (quello che tagliava le scuole elementari a Rasa, Valle Olona, Bosto e Biumo) era il più appropriato. «Sostengo che, pur doloroso che fosse, il primo piano di accorpamenti delle scuole, fatto con la collaborazione dei tecnici, era quello più oggettivo. Certo era doloroso, ma oggettivo, perché teneva conto di un numero esiguo di iscritti a quelle scuole. Si può obiettare che non desse la giusta rilevanza alle castellanze e alla vita dei rioni. Però siamo a Varese, che non è una città enorme come Torino o Milano. E infatti, se andiamo a vedere quanto distano la De Amicis di Valle Olona e la IV Novembre di San Fermo, ci rendiamo conto che sono davvero vicine». L’assessore ha un po’ subìto la seconda decisione che stravolgeva il suo piano originario e Patrizia Tomassini rivela che dopo il summit, da cui scaturì l’accordo di maggioranza per la chiusura della scuola IV di San Fermo, non ha dormito la notte: « Sì, perché nella relazione tecnica avevamo evidenziato che le uniche scuole che rispondono perfettamente alle esigenze del territorio sono proprio la IV Novembre e la don Rimoldi di San Fermo Dalle analisi emerge quello, e infatti io non ho mai appoggiato la decisione su quella scuola, ma io sono una persona mentre la maggioranza è fatta di tanti». Tuttavia, l’assessore ritiene che i consiglieri comunali avessero avuto tutti gli strumenti per conoscere la materia: «Se ne era parlato in giunta, dove avevo esposto la relazione tecnica, poi l’ho portato in commissione, inoltre sono state fatte riunioni con i consiglieri comunali. Se poi erano presenti in pochi è un altro discorso, io non posso obbligare nessuno, ma erano stati convocati dai capigruppo di maggioranza, e poi c’era stata la riunione con il segretario cittadino, prima del Pdl, e poi con tutta la maggioranza. Quando io ho esposto la relazione, ad esempio, in commissione, tutti i consiglieri avevano in mano la relazione, dove erano state esposte chiaramente le motivazioni della prima decisione; da lì si capiva chiaramente perché, pur con fatica, eravamo arrivati al punto di chiudere certe scuole e non altre, e loro avevano tutta la documentazione. Non do la colpa a nessuno, non voglio dire questo, ma del piano iniziale tutti erano informati, sulla seconda decisione della maggioranza, ripeto, io non ero molto d’accordo, perché andava a smembrare la scuola di San Fermo che funziona molto bene»."

Grave errore tagliare gli istituti che funzionano

Ecco un'intervista pubblicata oggi da "La Provincia di Varese" del ex sindaco Fumagalli contro la chiusura della nostra scuola.
“Razionalizzare significa usare le risorse in maniera appropriata e non tagliare di qui per non scontentare chi stà dall’altra parte”. La critica è durissima e si riferisce alla seconda versione del piano di razionalizzazione delle scuole comunali proposta dalla maggioranza di Centrodestra. A formularla è Aldo Fumagalli, leghista nato nel rione di Valle Olona, ex sindaco ed ex direttore didattico della IV Novembre.
Romeo: Il comune ha cambiato idea sulla razionalizzazione delle scuole. Se prima voleva tagliare le 4 elementari con il minor numero di alunni, ora pensa di rinunciare a quella di San Fermo. Che ne pensa?
Fumagalli: L’istruzione è un settore molto delicato e sicuramente operare dei tagli non è semplice. Quindi non invidio chi deve decidere in proposito, ma quella di chiudere la IV Novembre è forse la scelta più inopportuna che si poteva immaginare. Conosco bene questa realtà ed è sempre stata un valido punto di riferimento non solo per il quartiere di San Fermo, ma per tutta la città di Varese grazie alla didattica del tempo pieno che qui viene sperimentato dagli anni 70. C’è stato forse un calo delle iscrizioni?
Romeo: In realtà no. Gli studenti della IV Novembre oggi sono 176 di cui 47 solo in prima.
Fumagalli: Quindi sarebbe addirittura una scuola in espansione. A maggior ragione allora proprio non capisco come qulacuno sia potuto arrivare a una conclusione del genere. E a dirla tutta non so neppure se chiudere una scuola elementare che ha queste caratteristiche didattiche, strutturali e di frequenza possa essere considerato un atto legittimo da parte dell’amministrazione comunale.
Romeo: L’amministrazione sostiene che è razionalizzazione del sistema scolastico richiesta dal ministro Gelmini a imporre questi tagli.
Fumagalli: Si, ma la razionalizzazione significa usare le risorse in maniera appropriata , razionale appunto, e non tagliare di qui per non scontentare di là. Questa non può essere una logica razionale.
Romeo: L’idea è quella di garantire almeno una scuola in ogni rione, non la condivide?
Fumagalli: In linea di principio sì, e potrei anche capire l’accorpamento di due scuole diverse in un unico edificio, sempre ammesso che gli spazi della struttura che accoglie siano sufficienti a garantire a tutti gli alunni lo svolgimento delle attività didattiche in cui sono coinvolti. Ma smembrare una scuola che funziona, come la IV Novembre, per trasferire metà dei suoi alunni alla media e metà a Valle Olona semplicemente non ha senso.

Contributo di Edoardo, alunno di IV elementare

Ecco un bellissimo contributo di un alunno della IV Novembre.


L'appello di Margherita Giromini per la scuola IV Novembre

Pubblichiamo un'appello contro la chiusura della nostra IV Novembre da parte di Margherita Giromini, pedagogista , già dirigente scolastica, direttrice didattica presso la scuola IV Novembre dal 1979 al 1989.
"APPELLO alle persone che hanno avuto modo di “ESSERE PARTE DELLA IV NOVEMBRE”

Noi che abbiamo fatto parte, nel corso degli anni della sua storia, della scuola IV Novembre di San Fermo;
Noi che abbiamo sempre creduto alla scuola come centro propulsore di educazione e di cultura;
Noi che ci siamo spesi come organizzatori, educatori, insegnanti, genitori, rappresentanti delle componenti scolastiche negli organi collegiali;
Noi che abbiamo investito risorse anche personali e tanta passione educativa per mantenere viva l’esperienza di un tempo scuola innovativo, ricco di proposte e coinvolgente;
Noi che abbiamo lavorato perché la scuola IV Novembre crescesse nel quartiere come un luogo di aggregazione per le famiglie;
Noi che pensiamo che la scuola sia soprattutto un investimento sul futuro e non solo una spesa, da ridurre per prima appena i tempi richiedano dei sacrifici,
CHIEDIAMO CHE LA SCUOLA PRIMARIA IV NOVEMBRE DI SAN FERMO CONTINUI A SVOLGERE IL SUO SERVIZIO IN FAVORE DELLA COMUNITA’ LOCALE"

Scuola“IV Novembre”, luogo di identità, relazione e storia

Pubblichiamo un articolo scritto dal prof. Duccio Demetrio, Professore ordinario di Filosofia dell'educazione e di Teorie e Pratiche autobiografiche presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca
"Secondo l’antropologo Marc Augè un luogo è tale se può definirsi identitario, relazionale e storico. Non è quindi automatico che uno spazio, in questo caso uno spazio dedicato all’educazione, sia anche luogo. La scuola primaria “IV Novembre” merita, a mio avviso, questo nome. Si è infatti costituita come tale consolidando nel tempo la propria identità, qualificata, per molta parte, dalla capacità dei docenti di costruire una comunità di pratici in ricerca, costantemente impegnata nella sperimentazione pedagogico-didattica e nella riflessione critica sul fare scuola, e caratterizzata dalla permeabilità verso il territorio, da quel costante farsi ambito di confronto per tutti coloro che si occupano di formazione, anche nel mondo accademico. Una scuola aperta, perchè sa mettere in relazione tutti i soggetti coinvolti nell’educazione dei ragazzi; attiva, improntata a una didattica del “fare” che pone al centro l’esperienza e la scoperta come primi veicoli di sapere; una scuola a tempo pieno, non come opzione assistenziale, ma scelta fondata sulla consapevolezza che la costruzione teorica e la riflessione sulla materialità dell’esperienza richiedono tempi più lunghi e distesi. È in secondo luogo definibile come spazio relazionale nel suo essere dispositivo pedagogico innovativo, che consente agli alunni di fare scuola fuori dall’aula, di operare a “classi aperte”, per gruppi trasversali, di invadere i luoghi circostanti, nella convinzione che il conoscere implichi sempre uno spostamento di sguardo, non solo metaforico. È infine luogo storico sia per l’aver segnato la storia del quartiere in cui è inserita, sia, come dicevo poc’anzi, per quel costituirsi comunità del corpo docente, in cui il singolo si trova iscritto in una storia che lo travalica, finendo per condividere, oltre al presente, anche la memoria del passato, e la progettazione del futuro secondo un indirizzo di senso che viene da lontano.
Lo smembramento di una simile realtà, che ho voluto definire secondo le categorie di luogo per quel suo essere così intimamente legato, come ogni accadere educativo, alla dimensione spaziale in cui trova realizzazione, è atto di incoscienza pedagogica e culturale. Pensare di privare una comunità del suo cuore pulsante è progettare un omicidio, e ancor più non impegnarsi per salvaguardare una realtà scolastica così significativa e interessante è un’azione che offende chiunque, a vario titolo, si occupi di educazione. Da un’amministrazione coscienziosa e lungimirante ci si aspetterebbe non solo la tutela, ma la valorizzazione di una scuola che, ormai da molti anni, resta polo d’eccellenza del territorio varesino. "

Rassegna Stampa 1

Articolo tratto da www.varese7press.it
"Ieri sera presso l’Auditorium della scuola media Don Rimoldi di San Fermo si sono incontrati oltre 250 tra genitori, nonni e insegnanti dei bambini che frequentano la scuola IV Novembre che, nell’intenzione della maggioranza che governa il comune di Varese, dovrebbe essere smembrata e i suoi alunni costretti a migrare in due scuole distanti oltre due chilometri tra loro con tutti i problemi didattici e logistici del caso.
La serata, organizzata dall’associazione genitori “Insieme per la scuola” presieduta a Massimo Torresin, è stata l’occasione per ribadire che la IV Novembre è un fiore all’occhiello tra le scuole di Varese, è una scuola funzionale e a misura di bambino come è stato ribadito in una lettera scritta dall’ex assessore di Varese Ovidio Cazzola che fu tra i promotori della sua costruzione e che ha ricordato già all’epoca della anticipava di molto le vigenti normative in materia di edilizia scolastica.
La serata si è articolata con gli interventi di alcuni genitori, nonni e docenti e tutti hanno ribadito che la scuola è importante per il quartiere sia per il valore sociale (senza la scuola il quartiere e il centro - dove sorge - rischia di morire e diventare un deserto come già lo sono i portici dove ci sono ormai solo le poste dopo la chiusura dell’edicola e del supermercato) e didattico, che trova la sua massima espressione nel tempo pieno e nel momento in cui la scuola venisse smembrata l’essenza stessa del tempo pieno verrebbe a mancare con il conseguente impoverimento dell’esperienza scolastica della IV Novembre, esperienza che, come ha detto Rosaria Violi ex insegnate della scuola e ora dottoranda all’Università della Bicocca di Milano, viene lì studiata e portata come esempio di ottima didattica!
Alcuni genitori hanno anche rimarcato che trasferire un’intera sezione presso la Don Rimoldi provocherà la promiscuità tra i bambini delle elementari (6 anni) con quelli più grandi delle medie (13 anni) sia nella mensa (abbastanza piccola) che in palestra e nei bagni, promiscuità che i bambini hanno già sperimentato in malo modo alcuni anni fa quando la IV Novembre fu chiusa per alcuni lavori di manutenzione che la fanno ora una delle scuola più a norma di tutte a Varese a dispetto di altre scuole della città in cui ci sono problemi strutturali.
I presenti si sono chiesti perchè tutto questo, perchè la giunta comunale ha deciso ciò, e a questo a risposto in modo ironico la consigliera provinciale Luisa Oprandi quando ha detto che si chiude la IV Novembre perchè il comune sta cercando una scuola libera per metterci un’altra scuola e dalla platea si sono alzate alcune voci che indicavano nella scuola privata Manfredini la scuola interessata visto che la IV Novembre è una struttura completamente rinnovata dotata di tutto quello che serve per poter svolgere, come si svolge attualmente, un’ottima didattica.
Infatti la stessa maestra Fiorenza Taglione, a nome di tutte le maestre e maestri della scuola, ha detto che la didattica che si fa a San Fermo è ottima, nella scuola si usano tutti gli ambienti in maniera sistematica ed educativa. Ci sono attività trasversali e la prova è che ci sono anche bambini che vengono da fuori a frequentare la scuola proprio per questa valenza.
E’ stato rimarcato che non dovrà essere una lotta tra “poveri”, ovvero quartiere contro quartiere perchè l’obiettivo di tutti deve essere la salvezza di tutte le scuole implicate in questa ristrutturazione proprio perchè tutte le scuole hanno le loro ragioni di esistere e le scuole di quartiere sono una risorsa importante per mantenerli vivi. E’ stato chiesto che le scuole che per ora sono state “salvate“ dalla chiusura rifiutino questa proposta perchè rimanderebbe solo di un anno la questione e perchè questa decisione presa in maniera così superficiale invece di risolvere un problema né ha creati due.
Alla fine della serata è stata iniziata la raccolta di firme, già operativa anche online sul sito creato appositamente per salvare dalla chiusura la IV Novembre raggiungibile all’indirizzo:
www.4novembre.blogspot.com.
Inoltre sono state decise varie iniziative tra cui un’occupazione pacifica della scuola che però non intralcerà il normale svolgimento delle lezioni ed è stata anche proposta la presenza massiccia di tutti i genitori ai prossimi consigli comunali già dal prossimo di giovedì per manifestare la compattezza di tutti ed invitando anche i genitori delle altre scuole ad essere presenti e solidali.
E’ stata inoltre invitata l’assessore Tomassini a venire a spiegare le ragioni di una scelta, che sembra tanto sbagliata, a tutti i genitori e non solo attraverso comunicati o interviste e come hanno detto i maestri della scuola è da 5 giorni che aspettano che la stessa li chiami per un incontro che le hanno chiesto già all’indomani delle decisione presa e che ad oggi non è stato ancora confermato mentre le stesse insegnanti avranno un incontro con il provveditore già nella giornata di oggi martedì.
La serata si è quindi conclusa con la consapevolezza di tutti che sarà una lotta dura ma che verrà fatta fino a che la decisione non verrà annullata per il bene dei bambini, la cosa più importante!

(di Tiberio Calamai)"

Rassegna Stampa 2

Articolo tratto da VareseNews
"San Fermo dà battaglia: "Non uccidete la scuola"
L’auditorium della scuola media "Don Rimoldi" di San Fermo era gremito di persone, almeno 250 tra genitori, alunni, ex alunni, nonni,
insegnanti, politici (pochi), consiglieri di circoscrizione, dirigenti scolastici e preti. Un’intera comunità si è riunita in assemblea perché determinata a non perdere la propria scuola elementare - la “IV Novembre” - e a non far cancellare trent’anni di storia del quartiere. La serata è stata una lezione di democrazia: i rappresentanti dell’associazione genitori e del consiglio di istituto (Massimo Torresin, Gianluca Costantini e Sara Vanetti) hanno introdotto l’argomento, lasciando poi che fossero i presenti a fare proposte e riflessioni, annotate puntualmente su un cartellone.
I cittadini di questo quartiere si sono sentiti offesi non solo dal contenuto del provvedimento della giunta Fontana, ma anche per il metodo con cui è stato preso. «È inaccettabile il fatto che questa decisione non sia stata condivisa con nessuno» ha detto Massimo Torresin, dell’associazione genitori. «È stata una scelta avventata, dell’ultimo momento. Ma la "IV Novembre" è inattaccabile, perché ha tutti i dati oggettivi a suo favore».
I dati oggettivi di cui parla Sara Vanetti sono i parametri richiesti dal ministro Gelmini alle scuole elementari per poter “rimanere in vita”. Questa è, dunque, la prima domanda a cui l’assessore Patrizia Tomassini e la giunta Fontana dovranno dare una risposta: perché hanno deciso di sacrificare la scuola elementare di San Fermo, nonostante sia una delle poche ad avere tutti i numeri in regola?
«Non ci prendano per scemi – ha dichiarato
Luisa Oprandi, insegnante e consigliere provinciale del Pd – Stanno cercando una scuola libera e qualcuno vuole smantellare la "IV Novembre" per metterci qualcosa d’altro». L’ipotesi ha trovato subito una conferma tra il pubblico: «La scuola Manfredini», ha urlato un uomo dalla platea.
Nel
piano elaborato dall’assessore Tomassini, la "IV Novembre" viene smembrata: una parte degli alunni andrà alla media Don Rimoldi e una parte alla «agonizzante» "De Amicis", scuola elementare di Valle Olona. «La "De Amicis" non è a norma e se trasferiscono i bambini in quella scuola faccio un esposto in procura» ha detto un nonno piuttosto arrabbiato. Mentre molti genitori nei loro interventi hanno manifestato preoccupazione per la «notevole promiscuità che si verrebbe a creare tra bambini piccoli e ragazzi della scuola media».
In questa vicenda, però, c’è in gioco soprattutto il valore pedagogico. La scuola "IV Novembre" è un modello,
un caso studiato nelle università. Ci sono insegnanti che hanno scelto di venire a vivere a San Fermo per poter realizzare «un sogno» professionale. Ci sono maestre che qui hanno iniziato giovanissime e ora fanno le ricercatrici in università. Ci sono genitori che molti anni fa sono stati allievi della IV Novembre e che oggi sono ritornati nel quartiere per fare studiare in quella scuola i propri figli. Anche di questo vorranno discutere insegnanti e genitori con amministratori comunali e istituzioni scolastiche. «Ho cercato l’assessore Tomassini venerdì scorso – ha raccontato la maestra Fiorenza Taglione –. Sono passati cinque giorni e ancora non si è fatta sentire».
Nei piani alti qualcuno si è accorto che questa situazione puo’ diventare esplosiva e così già oggi, martedì 13 ottobre, insegnanti e preside della "IV Novembre" incontreranno il provveditore Claudio Merletti per discutere della situazione. L’associazione genitori ha già raccolto oltre 250 firme e messo in fila una serie di iniziative, compresa un’occupazione pacifica della scuola («che non intralci il normale svolgimento delle lezioni»), annunciando una «battaglia civile» in consiglio comunale.
(di Michele Mancino)"

Comunicato Stampa PD

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Partito Democratico di Varese
"In merito all'ultima ipotesi di piano di razionalizzazione scolastica riportato nel comunicato stampa diramato dall'amministrazione di centro destra, il Partito Democratico ribadisce ulteriormente la propria posizione: SI alla verticalizzazione e riduzione delle dirigenze scolastiche da 8 a 6, NO alla chiusura delle scuole elementari nei rioni.
La nuova proposta crea ulteriore confusione e incertezza, oltre che correre il rischio di aprire una guerra tra poveri.
Legare il mantenimento della Foscolo al vincolo che si crei una classe prima di almeno 25 alunni è discriminante, perchè in tutta Italia per formare una classe il limite minimo, fissato dal ministero, è di 15 alunni.
La proposta di chiudere la IV Novembre di San Fermo spostando un corso di 5 classi alla scuola media Don Rimoldi di San Fermo e l'altro corso di 5 classi alla De Amicis di Valle Olona è improponibile dal punto di vista tecnico, oltre che del buon senso. Come è possibile che una tale proposta emersa nell'arco di poche ore senza possibilità di alcuna valutazione didattica e pedagogica possa essere sostenuta? Può un provvedimento frutto di un colpo al cerchio e un altro alla botte avere ricadute positive sui nostri bambini?
La scuola De Amicis può continuare a vivere, perchè dai dati di iscrizione alla scuola materna locale e dalle intenzioni manifestate dalle famiglie è dimostrabile che si può raggiungere agevolmente il limite dei 15 bambini richiesto dal ministero per attivare la classe prima, applicando le stesse garanzie offerte alla Foscolo, corrette con il limite di 15 anziché 25. Questo senza “travasi” di bambini e smembramenti di scuole.
Altrettanto inquietante è l'affermazione del comunicato stampa diramato dal comune di Varese che dice:
“Ci si impegna, inoltre, ad operare la razionalizzazione degli stabili comunali analoghe a quelle della “IV Novembre”/”Don Rimoldi/De Amicis anche in altre zone della città.”
Questo sicuramente creerà sconcerto e disorientamento in tutte le famiglie varesine, trasmettendo un senso generale di incertezza sul futuro scolastico dei propri figli.
I bambini e le famiglie hanno bisogno di certezze e tranquillità sapendo che possono gestire il proprio già complicato menage familiare (tra accompagnare i figli a scuola e organizzare il loro rientro appoggiandosi a nonni, parenti, amici, baby sitter), senza aspettarsi sorprese, come quella capitata tra capo e collo ai genitori di San Fermo, catapultati, loro malgrado, nell'occhio del ciclone.
Rimettiamo al centro del dibattito i bambini e le loro esigenze!
Il Partito Democratico chiede che la maggioranza di centro destra rinunci all'idea di chiudere le scuole e si limiti semplicemente ad approvare la verticalizzazione degli istituti, con la conseguente riduzione delle dirigenze da 8 a 6, cosa che già soddisfa pienamente i parametri imposti dalle varie normative e direttive nazionali.
Gruppo Consiliare - PD - Varese"

La circoscrizione 5 boccia la chiusura della IV Novembre

Pubblichiamo il documento emesso da tutto il Consiglio di Circosrizione sulla chiusura della IV Novembre e della De Amicis.

"Premesso che:
- è in corso di approvazione da parte del Consiglio Comunale di Varese un piano di riorganizzazione della rete scolastica comunale;
- tale progetto è stato predisposto SENZA IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI INTERESSATI, NE’ DI QUESTO CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE;
- il Consiglio è venuto a conoscenza dai media locali della decisione, assunta in una riunione di maggioranza del 7/10/2009, di smistare le due sezioni della Scuola elementare IV Novembre presso la Scuola media Don Rimoldi e la Scuola elementare De Amicis.

Considerato che:
- questo Consiglio di Circoscrizione ritiene le scuole rionali una ricchezza fondamentale per il mantenimento dell’identità dei quartieri;
- la maggioranza consiliare non ha, ancora una volta, ritenuto di dover coinvolgere i rappresentanti territoriali;
- la decisione presa in merito alla Scuola elementare IV Novembre non era MAI stata preventivata o condivisa con il territorio;
- la giunta non ha preso in considerazione le nostre richieste relative al miglioramento del servizi e a significative garanzie per i prossimi anni sul futuro della scuola De Amicis;

Il Consiglio della Circoscrizione n°5 si dichiara contrario all’ipotesi prospettata per la scuola IV Novembre.
Il Consiglio di Circoscrizione censura inoltre, ancora una volta, il comportamento dell’Assessorato di competenza per non aver interpellato, nonostante il precedente ammonimento, i genitori, il quartiere, la Circoscrizione.
Il Consiglio di Circoscrizione chiede all’assessorato competente:
- di motivare le decisioni in merito alla scuola IV Novembre al corpo docente, alle famiglie, a questo consiglio, chiarendo i molti punti che un mero comunicato stampa, con il quale si è voluto decretare la morte di una scuola, ha lasciato in ombra;
- di spiegare i motivi che hanno escluso la presenza dell’organo territoriale, la Circoscrizione, da un tavolo che deliberava su un provvedimento di suo interesse;
- la disponibilità dell’Assessore a prendere parte ad una seduta straordinaria del Consiglio per discutere di quanto accaduto e del futuro dei plessi scolastici dei nostri quartieri;

A che pro allora si parla di Decentramento? Sino al 2011 le Circoscrizioni sono attive sul territorio cittadino. Pertanto ci rivolgiamo infine anche all’Assessore al Decentramento Amministrativo per avere delucidazioni in merito al nostro ruolo.
Firmato da Stefania Cipolat – Presidente, Angelo Malnati – Vice Presidente, Tommaso Ballerio, Paolo Cipolat, Luca Conte, Marco Demontis, Emilio Ermolli, Giuseppe Lecci, Roberto Leonardi, Mario Miotto, Luca Pastore, Giorgio Salerno.

Comunicato dei docenti dell'Istituto Comprensivo Varese 4

I docenti delle Scuole Secondarie di primo grado Don Rimoldi e Salvemini, delle Scuole Primarie Sacco, De Amicis e della Scuola dell’Infanzia Collodi ( IC Varese 4) esprimono la loro totale contrarietà rispetto alla scelta di chiudere il plesso IV Novembre.
Tale decisione E’ FUORI DA OGNI LOGICA E SENZA ALCUNA GIUSTIFICAZIONE!
Privare un quartiere di una scuola è sempre un atto gravissimo che comporta oneri e conseguenze a livello sociale per le famiglie. Si aggiunga che la IV Novembre è da sempre una scuola innovativa e propositiva nell’ambito dell’ intera provincia di Varese con l’offerta formativa del tempo pieno che risponde efficacemente alle esigenze delle famiglie.
DI FRONTE A SCELTE COSI’ GRAVI E ASSURDE , ESPRIMIAMO LA NOSTRA TOTALE SOLIDARIETA’ ALLE FAMIGLIE E AI COLLEGHI DELLA IV NOVEMBRE E RIBADIAMO IL NOSTRO SECCO E DECISO NO ALLA CHIUSURA DELLA SCUOLA, PERCHÉ DI CHIUSURA SI TRATTA E NON DI TRAVASO!
Antonella Bonasia, Guglielmo Di Pasqua, Enrico Cantoreggi, Cosimo Bufano, Falcone Maria, Sabrina Muscarello, Adolfo Giusto, Rosario Pirrotta, Carmelo Borrato, Ida Adriana Pisani, Rosa Maria Caruso, Elena Ledda, Tiziana Marcon, Giovanni Magro, Maria Pia Di Stefano, Tiziana Ianni, Adele Buzzanca, Donato Greco, Laura Veroni, Alessandra Caporale, Domenico Palazzolo, Dario Gallazzi, Anna Rucco, Daniela Livigni, Nicola Celato, Tommaso Violano, Annalucia Viavattene, Maria Calderone, Paola Mellace, Caterina Cancella, Marinella Mandarà, Isabella Colombo, Patrizia Rabai, Elena Maretti, Maria Vittoria Nobili, Donatella Colombo, Cristina Mazzucchelli, Margherita Di Seclì, Raffaella Pedrazzini, Francesca Godio, Mariella Carlomagno, Rosatea Maresca, Alessandra Magro, Ilaria Colombo, Loredana Inzerillo, Rosanna Malvasi, Francesco Gabbatha, Ester Perone, Grazia Zampagliene, Rita Odoguardo, Gregorio Inguanti, Roberta Ciummei, Nicolina Grillo, Vittoria Corvino, Fernanda Longo, Camuzzi Loretana, Ginevra Castellano

Lettera di Stefania Cipolat

Ci ha scritto Stefania Cipolat (Presidente della Circoscrizione 5), pubblichiamo integralmente la sua lettera come è giusto che sia augurandoci di vederla stasera all'Assemblea anche per chiarire meglio la questione con tutti i genitori e anche per far quadrato per difendere sia la nostra scuola ma anche la De Amicis che non ha bisogno certo dei nostri bambini per rimanere aperta.
Purtroppo in questi giorni, a fronte di una assoluta carenza di comunicazione diretta nei confronti della Circoscrizione da parte di chi ha partorito il provvedimento dell'altra sera, ricevo invece continue comunicazioni ( o veri e propri sfoghi) che, giustifico assolutamente dal punto di vista umano (per la comprensibilissima tensione che stiamo vivendo e per la preoccupazione di tutti), ma che hanno portato qualcuno a conclusioni davvero affrettate , se non addirittura deliranti.
Qualcuno è arrivato addirittura ad insinuare che sia stata io a manipolare la decisione di non chiudere la De Amicis, perchè sono di Valle Olona , e certo la mia influenza politica verso i miei "capi" (come sono stati definiti) mi ha donato tanto potere.
Beh, francamente non potevo non controbattere. In primis perchè , ripeto, la Circoscrizione non è stata interpellata ( e da qui la decisione di "ribellarci" con un documento condiviso) nell'iter di revisione dei plessi scolastici.
In secondo luogo mi sta bene che qualcuno abbia antipatia nei miei confronti, magari reciproca (fa parte dei rapporti umani), ma pensare che sia stata solo io a far cambiare idea sulla De Amicis è a dir poco assurdo. Certo, c'è stato un gan tam tam e ne hanno merito tutte le mamme, tutti i papà e tutti i residenti di buon senso che hanno preso sotto braccio anche il Consiglio di Circoscrizione (intero!) per far sentire la propria voce.
Vorrei facessimo, tutti insieme, lo stesso ora, per San Fermo.
Senza campanilismi, senza MAI sentirmi ancora dire che forse sarebbe stato meglio chiudere Valle Olona per scontentare meno famiglie! I Nostri bambini devono restare, nell'età delicata ed importante della loro prima formazione, sul nostro territorio.
TUTTI i Consiglieri di Circoscrizione risiedono sul territorio e lavorano, INDISTINTAMENTE, per tutti e tre i nostri rioni.
Certo non vogliamo la chiusura della De Amicis! Avremmo fatto la guerra anche se si fosse trattato di un solo bambino, con la stessa enfasi e lo stesso cuore.
Così come ora fiancheggiamo Voi genitori, Voi insegnanti, nell'ascoltare e condividere le Vostre riflessioni, la Nostra battaglia.
Non lasciate però che qualche voce fuori dal coro straparli additando questo o quell'altro, genitore o rappresentante istituzionale che sia.
Questa sera il Consiglio di Circoscrizione sarà presente e sottoscriverà il suo documento. Poi sarà lì per ascoltare Voi. Ma senza personalismi da entrambe le parti. Perchè ci sia un coro unico.
Noi difenderemo davanti agli Assessorati di competenza il nostro diritto, come Consiglieri Circoscrizionali, di essere ascoltati e resi partecipi delle decisioni per il nostro territorio.
Ma mai nessuno pensi che chi di noi vive a Belforte sia di parte per Belforte, e via dicendo per gli altri quartieri.
Forza, solo così possiamo dimostrare ai nostri bambini di essere realmente ADULTI.
UNITI POSSIAMO!
Stefania Cipolat

Solidarietà dalla Foscolo

Noi della Foscolo non possiamo non essere solidali con la vostra protesta.
"Se si chiudono le scuole si tagliano le radici"
- Presente: si toglie il legame con il territorio
- Passato: si tagliano le radici con la storia di un quartiere
- Futuro: si toglie un riferimento ai nostri figli
Ma tutto questo quanto costa? Quanto si risparmia veramente?

http://nonchiudiamolafoscolo.wordpress.com

[NdA] Grazie a tutti i genitori della Foscolo, in questo momento bisogna essere tutti uniti per il bene dei nostri figli e non dividerci come sembra voglia fare politica.

IV Novembre, si allarga la protesta. Le insegnanti: «Vicenda oscura»

Articolo tratto da La Provincia di Varese del 11/10/2009

"Si moltiplicano le voci di protesta contro la chiusura della scuola IV Novembre: dopo i genitori (che in attesa della riunione di lunedì sera si tengono in contatto tra loro e con il rione via internet grazie al blog http://4novembre.blogspot.com/), ora anche le insegnanti prendono posizione contro il nuovo piano di razionalizzazione avanzato dalla maggioranza che prevede la chiusura del plesso di San Fermo e il trasferimento dei suoi 176 alunni in due scuole, metà alla media Don Rimoldi e metà alla De Amicis.
TANTA AMAREZZA
Così si definiscono tutte le insegnanti della IV Novembre in una lettera inviata ieri mattina al provveditore, al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale per la proposta di «espropriare i cittadini del quartiere di San Fermo della scuola primaria». Sgomenti perché «se la razionalizzazione doveva interessare le scuole con un basso numero di iscritti, rimane inspiegabile e ancor più incomprensibile, come venga coinvolta la IV Novembre che conta 176 iscritti, di cui 47 in classe prima!». Le insegnanti ricordano che la scuola è considerata una «realtà d'eccellenza per le iniziative pedagogico-didattiche» di un tempo pieno che funziona da 30 anni con proposte sempre innovative e che verranno necessariamente a mancare nella nuova suddivisione «per la conseguente mancanza di spazi adeguati». Al contrario la sede attuale, cuore del quartiere popolare «è perfettamente a norma, moderna e pensata proprio per offrire spazi diversificati: aule laboratorio, biblioteca, palestra, locale mensa, cucine, giardino, la cui cura e manutenzione è stata spesso lasciata in carico ai genitori che si sono preoccupati di fornire arredi, tinteggiatura, e tendaggi», scrivono, ricordando anche il lavoro svolto da sempre con le altre realtà aggregative del territorio, a cominciare dall'oratorio per «un'offerta formativa in continua crescita che ha permesso alla IV Novembre di incrementare progressivamente il numero degli alunni iscritti, provenienti anche da zone e comuni limitrofi». «Restano oscure le ragioni che hanno portato ad una simile proposta ? aggiungono domandando cosa ne sarà dell'edificio, degli "alunni evacuati a forza", e dell'esperienza del tempo pieno «indissolubilmente legata anche al setting materiale e alla disponibilità di luoghi idonei ad un apprendimento attivo».
L'APPELLO ALLE ISTITUZIONI
Nonostante l'amarezza di ritrovare la scuola coinvolta nei tagli della razionalizzazione sulle pagine dei giornali, dato che «nessuna componente istituzionale della scuola è stata mai consultata in proposito», Le insegnanti concludono la loro lettera con un appello rivolto innanzitutto al Comune: «Pur amareggiati e increduli, vogliamo continuare a sperare che il buon senso prevalga per garantire a tutta la cittadinanza uguali opportunità di diritto allo studio nel territorio di appartenenza»."

Se basta una notte per cancellare la storia di una scuola!

Di solito le persone si riuniscono per risolvere i problemi e non per crearne di nuovi, non pensiamo che una decisione tale sia stata pensata per il bene di San Fermo, delle sue famiglie e per i bambini che frequentano la nostra scuola. E' assurdo, se non inconcepibile, chiudere una struttura che è un fiore all'occhiello del nostro quartiere - tanto bistrattato - ma anche del nostro comune (forse chi decide non se ne è reso conto o non vuole). Non vogliamo e non possiamo permettere che quarant'anni di progetto scolastico venga cancellato per capricci.
Ma vi rendete conto che per chi ha più figli divisi in diverse sezioni diventa un grosso problema organizzativo? Stiamo parlando di bambini e non di adulti o cose che puoi spostare come vuoi! Dobbiamo assolutamente difendere il bene comune e non gli interessi di pochi altri.
Se molti pensano che San Fermo sia un quartiere dormiente e diviso ha sbagliato a fare i conti, ci uniremo tutti per il bene primario dei nostri bambini.
Confidiamo nel buon senso di tutti.
Grazie
Rita Traetta & Tiberio Calamai

Si uccide la "IV novembre" per consegnarla a qualche istituto privato?

"Eureka!, Vittoria!, Abbiamo la "quadra"! Ecco l’uovo di Colombo"; così ci è toccato udire all’indomani del vertice di maggioranza della nostra amministrazione comunale, durante il quale si è trovata un’intesa di massima sul piano di razionalizzazione dell’utilizzo degli edifici scolastici. Ed altrettanta enfasi si è rintracciata nelle considerazioni della prima ora della stampa: "Vince la gente, le scuole sono salve" e via discorrendo, sulla scorta delle azioni di comitati genitori più o meno spontanei e delle varie "lenzuolate" che abbiamo tutti apprezzato.
Tutto bene dunque? Si? No? Tutti tranquilli? Tutto a posto? Tutti contenti? Ma…, forse tra le pieghe del documento risultato del vertice è scappato un piccolo, lieve errore di "chirurgia istituzionale"….O non è un errore?
Nel piano di salvaguardia dei plessi scolastici (tutti frutto di altissime considerazioni storico-sociologiche sulla valenza di una scuola su di un territorio, il suo valore sulla comunità locale, l’effetto sulle attività commerciali, bla, bla….), nel comparto territoriale S. Fermo/Valle Olona, viene (così, come voce dal sen fuggita…) annunciato il salvamento della scuola primaria De Amicis (Vivaddio!), ottenuto attraverso "l’iniezione" nella stessa di un corso intero della scuola pari grado IV NOVEMBRE di S. Fermo. Oh bella, si chiede il lettore medio, cosa accadrà dunque agli altri corsi della scuola di S. Fermo medesima? Presto detto: traslazione del rimanente presso il plesso della scuola media don Rimoldi (che ha spazi disponibili) e… arrivederci scuola.
Presto, i sali…!
Dopo l’immancabile svenimento iniziale, l’uomo (donna) medio prova (pur basito, stordito, esterrefatto, rincretinito da tanta inaspettata novità) a radunar neuroni e ad abbozzare una qualche forma di reazione cerebrale, che può sintetizzarsi così:
IL METODO: stiamo discutendo di un piano di razionalizzazione che deriva (in parte) da norme dello Stato e sul quale l’amministrazione ha tenuto per un’intera estate in stato di allerta permanente le famiglie preannunciando nomi e cognomi (contenuti in un elenco esaustivo) dei plessi scolastici potenzialmente interessati al piano stesso (da cui peraltro la scuola elementare IV NOVEMBRE è stata ab origine esclusa). Da quel momento (e con piena legittimità democratica) le famiglie e le organizzazioni del territorio hanno intrapreso la loro ragionevole opera di contrasto alle decisioni in fieri. Quindici giorni orsono, in Consiglio comunale, viene deciso un rinvio della discussione e della decisione sulla faccenda. L’altra sera, in un meraviglioso vertice della maggioranza ove la questione viene ripresa in vista della determinazione formale (in commissione ed in consiglio) viene messo mano all’intero quadro, ottenendo di: a) salvare TUTTI, salvo l’unica scuola MAI interessata dal piano (lontana quindi anche da esercizi di difesa varia, in quanto non attaccata); b) farlo con un metodo proditorio che accantona totalmente la discussione, avalla mancanza di comunicazione e condivisione, e che ripugna per assenza di stile, razionalità, democraticità, oltre la soglia della morte della civiltà giuridica; c) pensare di infilare la stucchevole trovata nascondoni nella cornice generale del provvedimento (dimenticando però che anche dalle parti di S. Fermo nisciuno è fesso…e che, lenzuolo per lenzuolo, i fuochi d’artificio li sappiamo fare anche noi…).
IL MERITO: la genialata de qua, nel meritorio obiettivo di tener buoni tutti (salvo i soliti noti), punta alla trombatura di una scuola elementare (la IV NOVEMBRE) che: a) è ad oggi l’UNICA scuola del comune ove sia attivo il tempo pieno, e che, come tale, attiri utenza anche da zone limitrofe (in particolare Induno Olona) e che abbisogni (proprio per la modularità dell’offerta formativa e dell’approccio didattico-pedagogico) di spazi laboratoriali, aule attività materie complementari, ecc.); b) è (credo) l’unica scuola del comune strutturalmente (quasi) a norma, in linea con gli adempimenti del d. lgs. 81/08 (dalla scuola De Amicis "salvata", pur dello stesso Istituto Comprensivo, cadono letteralmente i calcinacci), e che ha spazi ampi, belli, fruibili, decorosi e salubri; c) è scuola che, per la sua stessa natura (tempo pieno), ove è più spiccato il lavoro trasversale e di compresenza sulla classi, mal sopporterebbe la demenziale "smembratura" dei cicli su due altri differenti plessi; d) è scuola che conta (sic!) n. 180 iscritti (la De Amicis "salvata" n. 70).
Quale mostruoso Leviatano ha dunque prodotto questo scempio giuridico e dell’intelligenza? Quale ratio ha mosso il nostro premuroso Amministratore a questo passo?
Forse l’idea di liberare spazio per il famoso mondo associazionistico? O la possibilità di consegnare (oggi o domani) uno splendido edificio bell’e che pronto a qualche istituto privato….? (A pensar male... Andreotti docet).
Gianluca Costantini, membro del Consiglio di Istituto scuola

Comunicato stampa del Movimento Libero


Alessio Nicoletti, leader di Movimento libero e consigliere comunale di Varese, preannuncia un ostruzionismo durissimo, mai visto a Varese, se la Giunta Fontana decidesse ostinatamente di continuare a sostenere la necessità di chiusura di plessi scolastici cittadini.
"Siamo pronti a preparare anche 1000 emendamenti ed a utilizzare tutto il tempo a disposizione per ogni singolo emendamento(5 min.), nella speranza che anche altri colleghi seguano questa linea. Insomma, se la Giunta Fontana si ostinasse a portare avanti il provvedimento sulle scuole che sta mandando nel caos l’intera Città, la nostra risposta sarà un ostruzionismo senza precedenti. Quello attuato da Movimento Libero contro il bilancio "rovina famiglie" (100 emendamenti presentati) del 2007 sarà un dolce ricordo a confronto. Pensare di smembrare una scuola di qualità come la IV Novembre di San Fermo (quanti amministratori l’hanno visitata?), di spostare la Mazzini, di tenere una spada di Damocle sulla testa della Foscolo e della Mameli, ci pare assolutamente inaccettabile. La nostra proposta ci pare chiara e di buon senso:azzerare il provvedimento ed aprire un tavolo istituzionale di confronto tra i consiglieri comunali,unici titolati a votare il provvedimento, le famiglie, i docenti ed i dirigenti scolastici. Per noi, c’è la possibilità di mantenere aperti gli attuali plessi e non comprendiamo sinceramente le motivazioni di una Giunta che a tutti i costi vuole chiuderne qualcuno. Non ci si nasconda dietro presunti motivi normativi. Se davvero ci fosse un obbligo normativo, invitiamo la Giunta Fontana a farsi commissariare sulla materia e a far chiudere i plessi direttamente alla Gelmini. Avrebbe tutto il nostro supporto e, crediamo, anche quello delle famiglie varesine. Altrimenti, se si ostinasse a portare avanti un provvedimento che non ha, per noi ,alcun senso, utilizzeremo un durissimo ostruzionismo che Varese non ha mai conosciuto. Questa è una promessa che vogliamo fare alle tante famiglie varesine che per difendere i loro quartieri e le loro scuole hanno dovuto e stanno continuando a protestare, sacrificando tutto il loro tempo libero, per colpa di chi non li ha neanche ascoltati preventivamente."

Associazione Genitori Insieme per la Scuola

Pubblichiamo una lettera che ci ha mandato Massimo Torresin, presidente dell'Associazione Genitori Insieme per la Scuola
"Cari genitori,
sono profondamente rattristato da ciò che sta accadendo in modo così repentino, inaspettato; mi sembrava fin troppo bello che per una volta di fronte all’ennesimo tentativo di razionalizzazione della scuola attuato dal comune la nostra IV Novembre ne fosse fuori. Per raccontarvi la mia precedente esperienza in tema, abbiate pazienza, occorre che vi intrattenga in breve, se non già a conoscenza, su il tipo di organizzazione precedente e la sua trasformazione.
I diversi plessi erano organizzati in Circoli Didattici dove erano aggregate diverse scuole elementari, la IV Novembre, la De Amicis, la Mazzini, la Cairoli ecc… guidate dal dirigente scolastico e consiglio di istituto di cui all’epoca ne sono stato anche il presidente. Questa carica mi consentì di partecipare alla consulta, organo preposto per formulare proposte all’assessorato ai servizi educativi / comune in merito a quella razionalizzazione finalizzata alla creazione degli attuali Istituti Comprensivi. Inutile dire che la scelta finale fu dettata da mere questioni di carattere pratico tralasciando le varie proposte di contenuto formulate; un Istituto Comprensivo di sole scuole elementari / medie portava ad un naturale confronto degli insegnanti finalizzato al miglioramento degli obiettivi didattici con il coordinamento del dirigente. E’ chiaro che con la verticalizzazione, cioè la presenza nell’ambito dell’Istituto Comprensivo di diverse scuole di ordine e grado come ad esempio nel nostro che annovera la scuola materna, elementari e medie questa possibilità diminuisce notevolmente, per non dire che si annulla. Il Comune decise di costruire la nuova razionalizzazione scolastica seguendo il criterio geografico: la città di Varese è costruita sull’asse portante Bizzozzero – Masnago, che taglia in due la città, la realizzazione degli Istituti Comprensivi si fonda su questa linea di demarcazione e fateci caso, non ci sono plessi scolastici al di qua o al di la di tale linea che appartengono allo stesso Istituto Comprensivo. Si inaugura quindi il criterio della praticità, della funzionalità. La mia impressione fu quella di aver assistito ad una riorganizzazione logistica.
Oggi si continua su questa strada anzi peggio, si vuole chiudere una scuola. Un atto di morte. Francamente ho compiuto ogni sforzo ma non capisco, come si fa a salvaguardare un quartiere chiudendone la scuola elementare? Riuscite ad immaginare l’aumento del degrado nel centro del rione con la IV Novembre chiusa? Ma non preoccupatevi, ci viene detto, l’operazione è strettamente monitorata dal punto di vista organizzativo ed educativo e gli insegnanti grazie alla loro grande capacità sapranno gestire egregiamente le due realtà. Infine: ci saranno magari nuovi spazi aggregativi a favore di insediamenti sociali culturali ecc…. presenti sul territorio; mai e poi mai vorrò lì insediare l’attività dell’associazione e spero che tale pensiero sia condiviso anche dalle altre realtà presenti sul territorio che con tanta fatica lavorano. Mi viene da pensare: e se in futuro si insediasse una scuola privata?
Bene ha scritto il consigliere di circoscrizione Marco Demontis “Non chiamiamola più IV Novembre! Sarà un’altra cosa e 40 anni di sperimentazioni educative e pedagogiche saranno cancellati da una semiriunione che appare umorale e razionalizzatrice e che non ha compreso che la scuola per un territorio è una grande questione di vita…..”
La IV Novembre è l’unica scuola del comune dove è attivo il tempo pieno ed è munita di adeguati spazi per i laboratori, ha una struttura decorosa – anche sotto il profilo della normativa - con spazi ampi e luminosi a vera dimensione di bambino. A proposito di tempo pieno si dovrebbe sapere che questo implica un lavoro trasversale e di compresenza tra le calassi, come potrà essere compatibile con uno smembramento dei cicli su due differenti plessi? Ma allora perché smembrarla, chiuderla?
Di tutto questo mi stupisce la superficialità dei politici, così lontani dal territorio, disinteressati pronti solo a parole di circostanza. Bisogna riflettere opportunamente per il futuro sul nostro territorio; nell’immediato vi è la necessità agire (Raccolta firme? Lenzuola di protesta? Stese in città però perché a San Fermo la gente ci arriva ma non passa). Di sicuro le proposte all’incontro di lunedì non mancheranno, ma vorrei invitavi anche ad intensificare l’impegno soprattutto in questo momento. Lo strumento esiste, è l’associazione genitori che non è cosa privata ma di tutti i genitori, occorrono forze nuove! Sarebbe bello pensare per il futuro ad un progetto più ampio con il proposito di operare non solo sulla scuola ma su tutto il territorio……………..
Arrivederci a presto.
Un caro saluto a tutti.
Massimo Torresin
Presidente Associazione Genitori Insieme per la Scuola"

La IV Novembre non deve essere chiusa

Pubblichiamo l'intervento di Marco Demontis -Consigliere PD della Circoscrizione.
"Credo che la IV NOVEMBRE di S.Fermo non debba essere chiusa.
Leggendo le dichiarazioni del Presidente di Circoscrizione 5 Stefania Cipolat porto all'attenzione Vostra alcune considerazioni a partire dalle sue sconcertanti affermazioni.
1. come si può scrivere che "abbiamo scongiurato che i nostri bambini dovessero migrare verso altri quartieri della città" quando MAI la scuola di S.Fermo era stata presa in considerazione per una cosa del genere? Generosità della provvida Amministrazione? No, semplicemente dalla loro stessa indagine DOCUMENTO REDATTO DALL'AREA VI SERVIZI SOCIALI a pag. 7 la scuola IV Novembre era classificata tra le SCUOLE IN ESPANSIONE (quarta su 23 primarie!!).
Evidentemente l'indagine è stata solo uno spreco di tempo e di denaro visto che una scuola classificata in espansione (non solo per motivi demografici, ma evidentemente perchè funziona) è comunque destinata alla chiusura.
2. come si può scrivere "Avevamo una prospettiva nera davanti agli occhi. Abbiamo ottenuto un'opportunità"? Evidentemente per Stefania Cipolat smembrare una scuola è un'opportunità. La scuola è un dispositivo pedagogico che se non s'identifica solo con la struttura fisica è fatto anche di questa: di spazi, tempi, materiali, ritualità, relazioni ecc. Vorrei che qualcuno rispondesse a questa domanda: come si può ricostruire un dispositivo smembrato (un corso alla Media Don Rimoldi, un altro alla rediviva De Amicis) che trascende - è una questione filosofica - anche l'eventuale buona volontà di insegnanti, genitori e bambini? Non chiamiamola più IV Novembre! Sarà un'altra cosa e 40 anni di sperimentazioni educative e pedagogiche saranno cancellati da una semiriunione che appare umorale e razionalizzatrice e che non ha compreso che la scuola per un territorio è una grande "questione di vita"che deve essere compresa con la stessa profondità della materia trattata.
Non basta una ragione appena appena strumentale (anch'essa comunque inadeguata viste le contraddizioni del punto 1): occorre qualcosina di più, una ragione pedagogica che tenga conto del grande impatto simbolico e quindi educativo di una scelta del genere.
La trasformazione profonda è un esercizio di pensiero, non la frettolosa ricerca della "quadratura del cerchio". Lunedì prossimo alle 20.30 alla Don Rimoldi ci sarà un'assemblea pubblica per capire e organizzarsi. L'omicidio può essere ancora sventato!
Marco Demontis"

La IV Novembre non deve morire!

Ecco la lettera scritta da Laura Segato a nome dell'Associazione Genitori di San Fermo.
"Apprendo incredula dalle cronache locali come il sonno della ragione targato Gelmini rischi di generare mostri anche sul nostro territorio.
In sintesi, mi pare di aver capito che – ai nobili fini di mantenere aperto il plesso scolastico De Amicis di Valle Olona – si pensa di smembrare la scuola elementare IV Novembre di San Fermo, “travasando” metà degli alunni presso la media Don Rimoldi e metà a Valle Olona, appunto.
Praticamente sarebbe come espiantare gli organi ad un sano per trapiantarli su un malato terminale(che pure ha diritto alle cure).
Complimenti! Forse, anche considerando la tronfia soddisfazione delle loro esternazioni, ai Servizi Educativi si illudono di aver trovato la quadratura del cerchio. Magari, però, anche essendo riusciti ad incasellare tutti i numerini al posto giusto, hanno dimenticato che i bambini non sono pedine su una scacchiera. E che la scuola, in questo caso la IV Novembre, non è soltanto un ammasso di banchi e lavagne, bensì un organismo vivo e vitale, che tagliato in due MUORE!
E che dire del fatto che chiudendo(o destinando ad altro uso) una scuola che è un faro, un polmone, un polo di integrazione, un motivo di orgoglio per San Fermo, si condanna ineluttabilmente il quartiere alla sorte di dormitorio? Per non parlare dei maiuscoli disagi a carico delle famiglie, per chi dovrà scarrozzare i figli su e giù per la discesa, per chi si troverà ad averne uno a San Fermo e uno a Valle Olona, per gli ostacoli che incontrerà il lavoro degli insegnanti (già, che grande dimostrazione di stima e considerazione per la loro professionalità…). Per non dire altresì degli innumerevoli disservizi che nasceranno dal doversi stringere in strutture non idonee, carenti di aule, di spazi laboratoriali, di posti a tavola in mensa, persino di un adeguato numero di servizi igienici!Forse, al vertice di maggioranza di mercoledì sera, non si è considerato il fatto che non si creano due scuole semplicemente tagliandone una a metà: d’accordo la matematica, la contabilità, la ragioneria, ma a scuola si insegnano anche la letteratura, l’arte, la musica! 1:2 non fa 2, fa ½ e sezionare una poesia non è possibile senza snaturarla.
Ci ripensino, dunque! Ci sarà pure una soluzione diversa. Non ci inducano a sospettare che per San Fermo si tratti dell’ennesima, penalizzante scelta “politica” nell’accezione negativa del termine.
San Fermo senza la IV Novembre muore e la IV Novembre, smembrata e profuga non esisterebbe più.Auspico la solidarietà degli amici di Valle Olona: non saranno certo felici di apprendere che il comune pensa di salvare la loro scuola uccidendo la nostra…"
Laura Segato Guerrini - Associazione Genitori “Insieme per la Scuola” – San Fermo

Comunicato stampa del Gruppo Consiliare – La Sinistra

Pubblichiamo un comunicato stampa del Gruppo Consiliare La Sinistra sul problema scuole con un riferimento alla nostra IV Novembre.
"Sul problema delle scuole, la montagna della maggioranza ha prodotto il classico topolino.
Il provvedimento che l’opposizione ha contestato prevedeva tagli a partire dall’anno scolastico 2010-2011, quindi dire che le valutazioni verranno rimandate al numero delle iscrizioni al prossimo gennaio non significa garantire che le scuole resteranno aperte, significa solo prendere tempo. Quello che chiediamo é che sia garantito che lo stato delle cose rimanga quello attuale anche per il prossimo anno scolastico, per avere il tempo di valutare tutta la situazione ed, eventualmente, intervenire dall’AS 2011-2012.
Per essere chiari: chiediamo che per Foscolo, Cairoli, De Amicis e Mameli sia garantito che il prossimo anno scolastico si svolgerà in quelle scuole, per consentire di ricreare quelle condizioni di fiducia che portino ad un incremento delle iscrizioni che non può realizzarsi in pochi mesi e nel dubbio.
Non ci interessa entrare nel merito della riorganizzazione delle direzioni scolastiche, quello che oggi ci preme é garantire la presenza delle scuole sul territorio, rimettendo ai dirigenti scolastici, che sulla vicenda non abbiamo sentito molto attivi, almeno pubblicamente, di organizzare al meglio la loro attività e le loro competenze.
Oltre alla presenza fisica, gli edifici, va garantito anche l’insieme dei servizi, prescuola, mensa e doposcuola, in ogni plesso, costituendo anche questa una condizione di “attrattività” che determina il numero di iscrizioni.
Ci si dice che per fare questo occorrono risorse ed é vero, come é vero che occorrono risorse per ristrutturare gli edifici: su questa questione rammento che la scorsa primavera avevo proposto che il bilancio preventivo non fosse una scatola chiusa, ma fosse redatto coinvolgendo prima la commissione bilancio, affinché il Consiglio potesse prendersi anche la responsabilità di fare scelte, privilegiando, ad esempio, il settore dei servizi educativi e valutando se e quali spese tagliare. Analogamente ricordo che, su mia iniziativa, Il Consiglio aveva votato di rivalutare tutto il piano delle opere pubbliche entro la prima settimana di settembre per compiere, ove del caso, delle scelte: siamo al termine della prima settimana di ottobre e gli assessori al bilancio ed ai lavori pubblici sono ancora silenti.
Infine sul caso De Amicis-IV Novembre-Don Rimoldi: consideriamo la scelta di distribuire le classi della IV Novembre negli altri due istituti una follia, che sembra dettata dal fatto di non smentirsi troppo: un taglio andava fatto, per non smentirsi del tutto. Non si può chiamare razionalizzazione lo smembramento di una scuola fra le migliori a livello didattico e non si può pensare di comprimere 170 alunni, che occupano 22 aule ed hanno a disposizione un refettorio da 140 posti, in due scuole che non potrebbero accoglierli: dalla documentazione prodotta in Commissione Servizi Educativi, la De Amicis ha forse disponibili 4 aule, mentre quelle libere alla Don Rimoldi risultano essere pari a zero ed il refettorio di questa scuola ha 50 posti disponibili. Non si capisce perché la sopravvivenza della De Amicis, che supera gli 80 iscritti, abbia bisogno della morte della IV Novembre. Anche su questo va convocata subito la Commissione Servizi Educativi.
La nostra richiesta rimane quella che il piano venga ritirato, che le Commissioni possano approfondire gli aspetti economici ed organizzativi.
Il nostro invito ai Comitati delle varie scuole, primi soggetti di quello che comunque è un ripensamento da parte della maggioranza, é di restare attenti e di restare uniti, allargando il rapporto anche ai comitati genitori delle scuole che, in questa fase, sono sembrate immuni da rischi.
La scelta sulla presenza delle scuole sul territorio della città é una valutazione che deve vedere tutta la cittadinanza coinvolta, senza spazi per porre gli uni contro gli altri.
Zappoli Angelo"

Aspettiamo comunicazioni anche da altri gruppi che verranno subito pubblicati!

Cosa ha deciso il Comune

Problema scuole Varese: nonostante la conferma della verticalizzazione secondo le modalità previste, gli istituti rimarranno funzionali.
Varese, 08 ottobre 2009- Dopo la protesta e la raccolta di oltre 1.500 firme da parte dei genitori, contro la chiusura di alcuni importanti istituti scolastici cittadini, la giunta di maggioranza ha deciso di risolvere una volta per tutte la questione, organizzando una sorta di “piano di salvataggio” che in qualche modo potesse andare incontro alle esigenze delle famiglie interessate. Questo l’esito della serata secondo quanto comunicato dagli stessi componenti la giunta.
La serata è stata decisamente proficua. La maggioranza, univoca e compatta, ha confermato la verticalizzazione secondo la proposta originaria del piano .
Anche la razionalizzazione delle scuole è stata portata avanti con un’ ottica territoriale e con attenzione alle famiglie.
Comparto Valle Olona/San Fermo
La “De Amicis” di Valle Olona rimarrà aperta e ospiterà un corso della scuola “IV Novembre”.
L’altro corso (sezione) della “IV Novembre” sarà ospitato nello stabile occupato, solo in modo parziale, dalla “Don Rimoldi”.
Così le tre scuole attuali del comparto Valle Olona/San Fermo saranno suddivise tra i due rioni in due edifici
Articolo tratto da http://www.varese7press.it/

Perchè è importante la IV Novembre per San Fermo

CONTESTO STORICO
La scuola primaria “IV Novembre”, ubicata al centro del quartiere di San Fermo, è stata inaugurata nel 1968.
Nel 1974 un gruppo di insegnanti progetta la scuola a tempo pieno nel plesso IV Novembre a Varese; la legge 820 del 1971 consente l'attuazione di modelli diversi, ma obbliga di presentare ogni anno il Progetto della Sperimentazione che prevede organizzazione, moduli orari e finalità precise. Tale Progetto, approvato dai diversi Organi Collegiali e firmato dagli insegnanti che vi operano, richiede personale docente aggiunto. Inizialmente agli insegnanti statali sono aggiunti docenti assunti dagli Enti Locali; solo più tardi si giunge al raddoppio dell'organico nominato dal Provveditorato: il raddoppio prevede due insegnanti per classe. Pur essendo in vigore i programmi didattici del 1955, la scuola IV Novembre fa riferimento alle diverse esperienze di scuola attiva che hanno caratterizzato nel tempo significative innovazioni didattico-educative, richiamandosi a Freinet, Dewei, Don Milani e al globalismo di Mialaret.

POSIZIONE E RISORSE INTERNE
La scuola, al centro del quartiere in Via Monfalcone 15, è circondata dal verde di un grande giardino; luminosa, moderna ed attrezzata con aule ampie e colorate è, inoltre, dotata di:
* aule-laboratorio per attività creative-espressive di modellaggio, pittura, teatro e musica.
* palestra attrezzata dove giocare, imparare e praticare attività sportive.
* aula di informatica dove utilizzare nuove tecnologie e linguaggi.
* biblioteca accogliente e fornitissima di novità letterarie dove rilassarsi, sognare, scoprire.
* aula di musica dove fare musica insieme, sperimentando attività creative e momenti di incontro con la musica.
* locale mensa dove viene allestito un allegro self service con possibilità di scelta, gestito dalle insegnanti di classe.

CONTESTO SOCIALE DELL’UTENZA
La scelta del Tempo Pieno nel quartiere si pone, da parte degli operatori della scuola, come una proposta educativa per :
* Un modello di scuola che superi la struttura di quella tradizionale, offrendo ampi spazi edilizi maggiori, un’organizzazione mobile a cura degli stessi docenti che operano nella stessa classe, programmi rinnovati nei metodi e nei contenuti, tempi scolastici più lunghi;
* un luogo educativo nel quale si articolano diverse attività, strutturate in modo da arricchire e maturare la personalità del bambino, aumentandone il rendimento scolastico;
* un orario scolastico prolungato rispetto a quello del tempo normale, caratterizzato da una serie di attività e proposte didattiche diversificate.

Questa diversa struttura oraria ed organizzativa garantisce:
* un processo di socializzazione graduale ma costante e una diminuzione dello svantaggio culturale;
* interventi didattici di recupero e di sostegno organizzati per superare e limitare le difficoltà scolastiche, attuando lavori di gruppo e lavori individualizzati;
* attività scolastiche che consentono agli alunni di arricchire la propria esperienza e -personalità, di esprimersi e lavorare in modo approfondito;
* l'acquisizione di un metodo di lavoro attivo, che abitui ad una lettura critica e consapevole della realtà;
* la conoscenza di linguaggi non verbali attraverso lo svolgimento di attività espressive
* l’approfondimento delle normali attività didattiche in un tempo maggiore;
* un proficuo rapporto tra alunni ed insegnanti, grazie anche ad una accusata programmazione delle diverse attività didattiche.

Da questa struttura a Tempo Pieno gli insegnanti sono convinti di trarre una maggiore qualificazione professionale che permetta loro di:
* valorizzare la collegialità dell'insegnamento tramite un lavoro di Team, garantito da incontri periodici e in itinere;
* attuare programmi didattici precisi e puntuali verificabili nell'attività didattica quotidiana e rispondenti alle teorie pedagogiche più moderne;
* approfondire le loro conoscenze in ambiti disciplinari precisi.
LA SCUOLA PRIMARIA “IV NOVEMBRE”
La scuola primaria “IV Novembre” attualmente garantisce 4 classi a Tempo Pieno (40 ore settimanali) in incremento di anno in anno e 6 classi con tempo scuola di 30 ore; è frequentata da più di 176 alunni suddivisi in 9 classi.
Tratto dal sito www.istitutocomprensivovarese4.it
DI TUTTO QUESTO COSA SARA' SE LA SCUOLA VERRA' SMEMBRATA?